Elenco delle opere in FAMGALLERY di: Sara Campesan

Nata a Venezia-Mestre il 27 dicembre del 1924. Spirito libero e intraprendente, all’inizio degli anni Sessanta presentava già una produzione matura, elaborata sul rapporto colore-materia. Il mare, la sabbia, le crepe dell’intonaco e i graffiti dei muri veneziani stimolavano la sua poetica che si traduceva sulla tela con stesure di “colore diluito nell’acqua ragia come fosse acqua di mare” e stesure di materia spessa, ottenuta da miscele di gesso, sabbia e vinavil, che poi scalfiva rafforzando la rappresentazione sostanzialmente informale, ma evocativa nei titoli, come le serie di Spaccature, Rilievi, Bassa marea del 1961-62.
Presente da una decina d’anni in ogni collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, nel 1959 dava vita a uno spazio espositivo veneziano gestito da donne, la Galleria 3950, insieme a Bruna Gasparini, Luigina De Grandis, Gina Roma e Liliana Cossovel. E nel 1965 partecipava alla formazione del gruppo Dialettica delle tendenze, che raccoglieva giovani artisti veneziani, intenzionati a diffondere il proprio lavoro con mostre itineranti in varie città italiane; iniziativa sostenuta dai critici d’arte Domenico Cara e Toni Toniato.
Risale al 1962 l’incontro con Bruno Munari, a Milano, con il quale ha stabilito un fertile rapporto. Pronta al confronto e a nuove esperienze, si è spostata a Roma dal 1969 al 1973. È di questo periodo la produzione di strutture ottico-dinamiche il cui costrutto si basava sull’interazione colore-luce-movimento. In esse prevalevano le forme del disco e della spirale e il materiale prescelto era il metacrilato in lastre, per la sua proprietà di accogliere la luce e di rifrangerla. Questa esperienza, vicina alle tarde espressioni dell’arte cinetica, ha segnato il passaggio alle Composizioni modulari del decennio successivo, in cui una razionale disposizione dei moduli determinava movimenti ondulatori o rotatori. In parallelo nascevano le Sculture girevoli da cui sono derivati gli Oggetti semisferici; questi ultimi composti da una calotta trasparente di perspex dentro alla quale ruotano, generando molteplici combinazioni, elementi lamellari di plastica colorata, infilati su un asse metallico fissato diametralmente. La particolarità stava nelle componenti mobili, pensate per indurre il fruitore a farsi partecipe dell’opera configurandola egli stesso nelle sue possibili varianti.
Nel 1978 ha fondato a Mestre il gruppo Verifica 8+1, nella cui sede per trent’anni consecutivi sono state organizzate mostre, con annesso centro di documentazione e informazione, diventata luogo di incontro di artisti d’ogni dove impegnati nella ricerca di nuovi linguaggi. Iniziava allora un periodo intenso di spostamenti da Venezia, dove aveva lo studio, a Milano e a Parigi.
Un nuovo percorso cominciava con la frammentazione del modulo nelle vibranti Scomposizioni, che comprendono anche oggetti mobili di perspex, come le straordinarie Frange del 1979, dove le linee spezzate si affidavano, nel pieno spirito progettuale dell’arte programmata, alla partecipazione attiva dell’osservatore per ricomporre la totalità dell’immagine. Intensa l’attività espositiva sin dagli inizi. Nel 2010 è uscito Come un diario. Io ho provato, un libro in cui racconta con un ritmo narrativo lieve e fluido tutta la sua vita.

Sara Campesan Mobil cerchio Tecnica Mista Su Tavola Persex e acrilico su tavola cm 60 (diametro)

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